L’infedeltà del dipendente “non paga”, seconda parte; la sentenza di condanna!
Società leader mondiale nell’automazione, dopo la cessazione del rapporto di lavoro, scopre che il proprio dipendente ha rivelato / utilizzato files ed informazioni riservate; impiegato commerciale condannato!
Ricorderete l’articolo pubblicato sul nostro sito nel 2015, con il quale si segnalava il caso di una importante società veneta, assistita dallo studio Fantini – Cusinato – Massalin, che presentava denuncia / querela presso la Procura della Repubblica di Vicenza la quale procedeva con perquisizioni e sequestri. Ne scaturiva l’incidente probatorio disposto dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Vicenza -mediante perizia tecnica finalizzata alla copia forense dei files estratti dal materiale sequestrato (computer, chiavette USB, e-mail, etc.); operazione che ha consentito di dimostrare la mole di informazioni riservate / segrete copiate dal dipendente. La rapidità di quell’azione ha consentito la conservazione della prova del reato senz’altro utile nel futuro giudizio.
Orbene, il procedimento penale si è concluso lo scorso 14.06.2021 con la sentenza di primo grado emessa -a carico dell’ex dipendente- dal Tribunale di Vicenza che lo ha condannato a tre mesi di reclusione ed al versamento di una provvisionale (acconto sul risarcimento dei danni) di euro 145.000,00 oltre alle spese processuali!
Il processo è stato articolato e complesso, ma ha consentito di dimostrate la grave violazione da parte dell’imputato dell’art. 622 del Codice Penale -Rivelazione di segreto professionale- il quale punisce “chiunque, avendo notizia, per ragione del proprio stato o ufficio, o della propria professione o arte, di un segreto, lo rivela, senza giusta causa, ovvero lo impiega a proprio o altrui profitto…”.
Il Tribunale si è riservato il deposito delle motivazioni della sentenza entro 90 giorni, che verranno pubblicate sul nostro sito.